Obiettivo: diminuire la dipendenza dell’Europa da altri Paesi e far progredire l’industria continentale anche e soprattutto nella partita della transizione ecologica. Fondamentale l’uso del Gnss e dei sistemi per l’Osservazione della Terra
L’Europa punta a mitigare la propria dipendenza da altre nazioni per le materie prime fondamentali e annuncia lo European Critical Raw Materials Act, il programma con il quale l’Unione Europea mira a garantire per sé e la propria industria la fornitura di risorse essenziali identificando le riserve da preservare e, allo stesso tempo, i progetti innovativi che riguardino l’intera catene del valore.
La crisi energetica, delle materie prime e dei componenti ha reso più necessario che mai avviare un’azione strategica che, oltre a ciò che serve oggi, punti al futuro e in particolare alle terre rare, essenziali per lo sviluppo di una filiera industriale completa per l’automobile e i sistemi di trasporto, destinati sempre di più a elettrificarsi e ad avere bisogno di terre rare sia per le batterie sia per i motori elettrici. Tale bisogno riguarda ovviamente anche altri settori fondamentali per la transizione ecologica come la produzione di energia solare ed eolica, oltre alla telefonia cellulare e ai computer.
La questione è che la Cina ha creato negli anni scorsi una filiera per il controllo diretto delle materie prime critiche e occorre recuperare il ritardo accumulato. Se però non viene messo in sicurezza questo aspetto, la dipendenza di approvvigionamento potrebbe avere un impatto sulla transizione verde e sul tessuto economico-industriale del Continente. “Stiamo sperimentando una corsa globale per la fornitura e il riciclaggio di materie prime fondamentali” ha detto Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato Interno. “Senza un accesso sicuro e sostenibile alle materie prime necessarie, la nostra ambizione di diventare il primo continente clima-neutrale è a rischio… non avremo un ruolo preminente nel decennio digitale e non saremo capaci di sviluppar le nostre capacità di difesa”.
Questo è quanto affermato dal presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen in occasione del discorso per lo Stato dell’Unione Europea aggiungendo “Facciamo in modo che il futuro dell’industria sia fatto in Europa”. Per farlo, è chiaro che un Eu Space Programme rappresenta un ventaglio di tecnologie molto importanti. Tra queste, i sistemi Gnss che sono già utilizzati dalle società minerarie, e l’Osservazione della Terra che, grazie alle analisi iperspettrali, può verificare la presenza e l’abbondanza di metalli e materiali oltre che per la gestione dell’ambiente, del recupero delle risorse e della gestione dei rifiuti.
La combinazione tra Gnss e Osservazione della Terra, settori nei quali l’Unione Europea primeggia, rappresenta una grande opportunità che è sostenuta dal progetto Goldeneye. Goldeneye è una piattaforma che combina i sensori remoti con quelli di posizione per fonderne i dati attraverso algoritmi di apprendimento e migliorare la produttività dell’attività mineraria e, allo stesso tempo, tenere sotto controllo l’impatto ambientale. I processi di estrazione sono infatti critici per il territorio, il consumo di energia e di risorse come l’acqua oltre che per l’impiego di sostanze chimiche.
Per questo è essenziale contemperare le esigenze di produttività con quelle delle emissioni climalteranti, dell’inquinamento ambientale e anche dell’impronta di carbonio considerano anche l’effetto lungo tutto il ciclo di vita, dall’estrazione fino al riciclo. Lo sviluppo di una filiera del valore completa, accanto alla messa in sicurezza della catena di approvvigionamento, rappresenta un fattore strategico al quale gli asset spaziali a disposizione dell’Europa possono dare un contributo decisivo.
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